anna girolomini
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Valerio Dehò

pantarei


Questa mostra di Anna Girolomini è un omaggio alla vita e alle cose che cambiano e si trasformano.
E' un inno al tempo che avvolge la realtà e ce la restituisce sempre nuova. Ma è anche la fiducia nell'arte e nella sua capacità di mutare il passato , di edificare sulle rovine, di dare al tempo un senso non consumistico e banale. L'uomo con le sue mani si è sempre creato il proprio destino , ma è soprattutto l'arte che da sempre regala metafore di eternità e di cambiamenti. Alla fine quello che ci interessa è che tutto vada avanti, ma che lasci tracce di se, che non diventi una lingua morta sulle labbra di uno stolto . Anna Girolomini è una scultrice che conosce la materia e che sa come tirarne fuori le sue possibilità espressive. Lavora anche molto sui simboli in quanto questi sono comunicabili e trasmissibili agli altri. Ma anche perchè i simboli hanno una particolarità: non appartengono a nessuno perchè sono di tutti. Recano su di sè le tracce del proprio passato, di accumulo di significati, mentre nello stesso tempo è possibile caricarli di valori personali.Questa loro doppia natura ha fatto nascere l'idea di una mostra in tre momenti, in tre sculture che costituiscono un'unica installazione :una sfera, sette giavellotti e un torso umano sono elementi di una relazione complessa, ma chiara.
La sfera costituita da un sapiente intreccio di cerchi di botte, rappresenta l'unità, la perfezione, infatti tutte le distanze dal centro alla superficie sono uguali : da questo derivò la scelta di Parmenide di farne una metafora dell'Essere. Ma è anche vero che essa è pienezza, autosufficienza. Qualcosa cioè che può sintetizzare sia il movimento che l'eternità, tanto lo spostamento che la stabilità. I giavellotti realizzati in rame, resine e in ottone ricordano la forza , l'abilità a sfidare l'aria, ad attraversarla con un sibilo di penetrazione. Anna Girolomini li ha usati spesso nel corso della sua attività e sono simboli di immediata comprensione che la scultrice realizza con cura raffinata anche nell'asciuttezza dei materiali. Il giavellotto è uno strumento creato per colpire la preda a distanza, è il risultato di una tecnica che l'uomo ha affinato nel corso della sua evoluzione.
Il torso umano realizzato riutilizzando delle barre di ferro per reti metalliche, attesta della presenza umana, dell'umanesimo che soggiace a qualsiasi azione artistica.La sua posizione non è tuttavia di guardia o di controllo, è comunque la garanzia di un mondo abitato. E' sempre l'intelligenza dell'uomo che muove il mondo. Possiamo dire che la simbologia dell'uomo triangola con la forza, la velocità di giavellotti e con il movimento potenziale e la perfezione della sfera. A questo gioco di relazioni si aggiunge quello delle ombre, a cui la scultrice ha sempre dedicato particolare attenzione. L'ombra prolunga sull'ambiente la forma degli oggetti, fa invadere lo spazio dalle loro proiezioni . Ma nello stesso tempo l'ombra dimostra l'indispensabile realtà della luce, si connota come rivelatrice del suo contrario. La stanza. La galleria, il mondo si popolano di presenze, ma senza affollarsi, senza traboccare di oggetti. Sono più importanti i rapporti che si stabiliscono tra le persone e le cose. In questo modo la Girolomini continua il suo lavoro sui materiali, sul loro rapporto profondo con le forme.
Il pantarei del titolo dimostra quanto sia possibile scavare nel tempo alla ricerca di noi stessi, quanto vi sia da grattare sotto la superficie del mondo per arrivare a qualcosa di veramente importante e duraturo. Il ferro , i metalli e le diafane resine della scultrice sono parti di un linguaggio espressivo che ama privilegiare le patine, gli ossidi, tutto ciò che ha a che vedere con una lenteur che ci fa comprendere meglio la vita. Il movimento è allora una presa di coscienza, non un invito a far presto a sbarazzarci di tutto quanto ci circonda e a cui siamo legati nel minor tempo possibile. Nel nome di Eraclito si pone la trasformazione al principio dell'uomo e del cosmo, ma a patto che sia una trasformazione lenta, per gradi, per accumulo di conoscenza.

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