Valerio Dehò
l'utopia possibile
L'elemento performativo è stato realizzato da Anna Girolomini che
ha compreso che bisognava dare un senso di evento all'esposizione. Per
questo il manichino in vetroresina bruciato nel cortile, è
diventato un segnale capace di convincere pienamente sulle intenzioni
dell'artista. Non tanto o non solo un elemento di spettacolo, ma il fuoco
che ha arrossato l'interno della struttura antropomorfa ha catalizzato il
senso dell'operazione quasi si consumassero metonimicamente le colpe
accumulate nel luogo. Morte o riscatto, la performance ha colto l'aspetto
teatrale della punizione, ha messo in luce bruciando il simulacro, quanto
vi sia di spettacolare nella giustizia e soprattutto come i suoi simboli,
a cominciare dalle prigioni ( e Piranesi lo aveva compreso perfettamente
), che devono apparire come spazi rigidamente chiusi all'esterno
inespugnabili ed invalicabili dall'interno.
L'uso di materiali grezzi come ferro, legno o resine e una ottima
padronanza tecnica, consentono alla Girolomini di concentrarsi su simboli
antichi come i giavellotti o come le strutture antropomorfe, intrecciando
i singoli componenti e facendone risaltare le specificità. Il suo
recupero del passato non ha mai nostalgie di sorta , ma si situa piuttosto
in un ripristino di memoria fabbrile. L'artista reinventa oggetti e
simboli per far sentire meno solo l'uomo contemporaneo, per riavvicinarlo
all'essenza della vita, alla sua origine antropologica. Il potere di
fascinazione cercato e trovato dall'artista, sta proprio in questa
tensione tra materiali e invenzione creativa, nell'equilibrio formale e
nella scelta di contrapporre materiali diversi per arricchire di ulteriori
aperture sematiche le opere.
La struttura di ferro leggera e aerea che reca al suo interno un tappeto
di piume di uccello riassume la poetica dell'artista, che cerca di
suscitare in ogni lavoro l'emozione dell'inatteso, lo stupore del nuovo.
Si inverte il rapporto pesante-leggero perchè è l'elemento
più sottile a risultare avvinto dalla gravità, mentre la
struttura più grave ne suggerisce l'annullamento. E si capisce
come il tema del corpo ritorni nei suoi manichini imponenti come statue,
ma leggeri alla vista come pensieri. Nello stesso suo rapportarsi allo
spazio, al di là della performance d'inaugurazione, la Girolomini
ha sollecitato attraverso il gioco delle ombre creato con una particolare
illuminazione, a creare intorno alle sue opere uno spazio metafisico.
Ogni opera è stata quindi raddoppiata dal cono di luce,
amplificando l'ambiente della Rocca e facendo percepire allo spettatore
il proprio rapporto di finitudine in relazione ad uno spazio ormai fuori
scala.
Su questa intuizione l'artista ha collocato le sue opere anche nelle
fertoie del castello, in modo tale che in alcuni casi la luce esterna ha
potuto invadere attraverso la scultura,lo spazio interno. Il tema della
morte ha spazio in un'installazione in cui un teschio viene incluso in una
resina densa e scura, la sospensione temporale, il memento mori , assumono
così il valore di reperto, diventano dati antropologici, come in
tutta l'arte della Girolomini. E' l'uomo racchiuso nella fisicità,
permanenza e sibolicità del suo simulacro che la interessano,
producendo opere che sono in bilico nel tempo, che si manifestano come
zona intermedia tra la naturalità dei materiali e l'intervento
umano che li fonde con la creazione. Il passato non ha mai valore in
quanto rievocazione di ciò che è irrimediabilmente trascorso
, ma prelude piuttosto ad una terra senza tempo. In questo senso proprio
il simbolo del giavellotto, usato da Aristotele per dimostrare che
paradossalmente nella sua traiettoria restava immobile, risulta per la
Girolomini l'epitema della sua opera, simbolo di un attraversamento che
è un permanere . Il suo significato riesce a mettere insieme la
forza e la leggerezza, è l'uomo che lo scaglia, mentre è
l'aria che lo sostiene. Per questo riassume alla perfezione il modo di
procedere dell'artista che alle tecniche della scultura affianca la
ricerca di un'integrazione organica tra l'opera e l'ambiente.